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Da Poetry Hacklab.

Entra nella SOCIETA' DIGITALE!

di Paolo "geek" Orecchia

A voi tutti che aspirate che possa cambiare lo stato delle cose.

1.Cambiare la propria esistenza individuale senza badare agli altri e al contesto. Giusto!

2.Cambiare la societa' per renderla migliore cercando di incidere sui poteri decisionali piu' o meno arbitrari. Giusto! Intenzione lodevole!

3.Cambiare per dare senso al proprio essere digitale. Giusto!

Bene! Se l'individuo o il gruppo vive il proprio microcosmo separato per compartimenti stagni, il cambiamento auspicato da ciascuno potrebbe non arrivare o potrebbe essere il frutto di una personale percezione. Se l'individuo o il gruppo, invero, stabiliscono una condivisione di spazi (lo spazio materiale della sede del "poetry" e quello virtuale del "taccuino") o stabiliscono relazioni anche solo in termini oggettivi, pur perseguendo propri interessi specifici, diversi o non coincidenti, e, comunque, interagendo dentro i limiti di uno spazio-temporale comune, giocoforza il confronto che si realizza permetterebbe di riposizionare il proprio progetto di cambiamento dando colore alle tante particolarita'.

Strumenti e finalita'.

Il computer e la tecnologia in genere sono strumenti operativi. La maniera come li si utilizza incidono sulle finalita'. C'e' sempre un nesso tra il modo in cui i processi sociali sono organizzati e i valori impressi nella societa'.

Ci sono coloro che legano la propria esperienza intorno allo strumento e altro non importa. Ci sono quelli, all'opposto, che sottovalutano gli strumenti perche' ritengono come proprio esclusivo interesse migliorare la societa'. Con quali strumenti?

Non importa. Agli uni e agli altri voglio sintetizzare l'idea di Giuseppe Granieri, autore de La societa' digitale: "Per la prima volta, grazie all'architettura stessa (leggi: web, ndr) della societa' digitale, tutti noi abbiamo il potere e la possibilita' di intervenire sul disegno della societa' dei prossimi anni".

A voi tutti affascinati dal giornalismo.

Il giornalismo ha fatto il suo tempo. Finora esso si caratterizzava per il ristretto numero di centri di trasmissione di notizie e messaggi. Ai tempi attuali della Rete, non e' piu' cosi'. La Rete scardina il concetto di braodcasting.

Rassegniamoci alla vittoria sui mass media. Il giornalismo d'inchiesta aveva un senso perche' nel recente passato la magistratura esercitava un potere non autonomo se non, addirittura, colluso con il potere reale per scopi quanto meno discutibili. Al cittadino o ai gruppi organizzati della societa' spetta semmai la denuncia. Questa deve poter arrivare ai magistrati che devono indagare e aprire inchieste. Il "giornalismo" ai tempi di Internet lascia il posto alla comunicazione.

L'informazione giornalistica e' legata alla trasmissione di unita' neutrali, la comunicazione ha un valore partecipato, attenta al destinatario a cui si rivolge. Abbiamo Internet, approfittiamone. Mandiamo in rete le nostre comunicazioni a colori. L'epoca dei media di massa si chiude. E' l'epoca del medium per le masse. Centrale, a quei tempi, era lo strumento di informazione. Ora diventa centrale lo strumento per la comunicazione. Strumento, cioe', di relazioni.

A voi tutti che nutrite la passione della politica.

Scrive Derrick de Kerckhove: "La lotta politica non si fara' piu' tra destra e sinistra ma tra chi guarda la tv senza una risposta e chi accede alla Rete con un'informazione molto piu' completa e che ognuno puo' gestire e alimentare"

Qualche costatazione finale ripresa dai soliti geek:

  • l'organizzazione nella societa' tradizionale e' gerarchica, su delega,

strutturata e governata

  • l'organizzazione nella societa' digitale e' a rete, orizzontale e

autorganizzata

  • la Rete e' transnazionale, mentre tutti gli individui fanno parte di un

sistema nazionale, regionale, cittadino.

  • Stati e civilta' seguono una loro logica, mentre le interazioni tra i

cittadini dei diversi Stati creano solidarieta'

Paolo Orecchia - Sat, 12 Sep 2009 09:14:01 -0000 (UTC)

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